Proprio ieri è uscita una ricerca del Censis dal titolo “La transizione verso la radiovisione“, che ha confermato quello che ormai da tempo si stava delineando come il nuovo trend di ascolto e quindi di produzione della radio. Sempre più italiani, quasi 11 milioni, sfruttano la tv come device per l’ascolto della radio confermando di gradire il supporto delle immagini al semplice flusso audio.
Come tutti ben sappiamo RTL 102.5 è stata la pioniera in questo e molti addetti al settore, io per primo, dubitavano di questa scelta. Col senno di poi, naturalmente, non possiamo che fare i complimenti a Lorenzo Suraci per questa intuizione che oggi permette alla radio di essere ancora sulla cresta dell’onda con nuove opportunità editoriali ma soprattutto commerciali. Perchè se è vero che portare la radio in video comporta un notevole investimento economico e tecnologico è anche vero che vi è una nuova possibilità di monetizzazione da parte delle emittenti.
Come dico sempre anche per il web, la visual radio non farà morire la radio tradizionale, bisogna uscire da questi ragionamenti a compartimenti stagni e capire che il futuro sarà sempre più multi piattaforma, l’ascolto si frazionerà e sarà fondamentale per le emittenti radiofoniche essere presenti su ogni mezzo possibile.
Il futuro di questo settore è il contenuto non il mezzo, ed è tutt’altro che fermo e piatto.
Dal 2019 la crescita di flussi video di emittenti radiofoniche: web, locali o nazionali è stato esponenziale, ma sicuramente l’esplosione è avvenuta l’anno scorso con l’avvento della pandemia. Facendo una breve analisi editoriale, non tutte le visual radio sono vere e proprie radiovisioni, quindi in simulcasting con il flusso audio, ma comunque propongono contenuti del loro palinsesto radio anche in versione video.
Recentemente intervistando Ivan Alborghetti editore di Lecco Channel (guarda l’intervista), web radio che da gennaio è partita con la trasmissione in visual radio di alcuni programmi grazie alla Media Stream, è emerso che i dati sono molto incoraggianti su due fronti:
- quello degli ascolti, perchè sono rimasti praticamente invariati quelli del solo flusso audio ma in più si sono aggiunti quelli del flusso video
- quello commerciale, perchè oltre ai tradizionali cluster pubblicitari, ora vende anche banner in sovraimpressione.