Il 2018 verrà sicuramente ricordato come uno degli anni più nefasti per quanto riguarda la gestione della riscossione dei diritti d’autore e di quelli connessi (interpreti e produttori discografici) sia per quanto riguarda le radio locali in fm che per le ormai sempre più tartassate web radio.
La situazione era già molto critica ma, da quando in Italia è stata liberalizzata la gestione dei diritti, la confusione ha preso il sopravvento e non parlo solo di questione economica, ma anche burocratica.
Allo stato attuale qualunque società che rappresenti interpreti, produttori ed etichette discografiche e che risulti registrata nelle relative liste AGCOM, può venire a bussare alla vostra porta e chiedervi la firma di una licenza, ovviamente dietro relativo compenso, qualora abbiate nella vostra programmazione almeno un brano inserito nella loro lista.
E’ proprio di questi giorni la notizia che, nelle diverse caselle di posta elettronica delle emittenti, sta arrivando una mail di una nuova società che, giustamente e legalmente, richiede la riscossione dei diritti relativi al loro database di artisti. Ovviamente nessuno vuole negare i giusti compensi agli autori, editori, artisti e produttori che vivono di musica ma credo che, oggi più che mai, si debbano mettere in campo regole chiare, precise e soprattutto trasparenti sulla riscossione e gestione dei diritti.
A mio avviso bisognerebbe utilizzare la SIAE nella sua funzione di unico riscossore, come per altro già previsto in passato dalla legge: in questo modo l’emittente firmerebbe e pagherebbe un’unica licenza per l’utilizzo delle opere musicali e, sulla base dei suoi report di trasmissione, SIAE spartirebbe i diritti reali ai relativi proprietari. Report che per altro, grazie alla tecnologia di cui disponiamo oggi e che permette l'”ascolto” e l’identificazione della musica, dovrebbero essere compilati in maniera automatica, senza dover perdere ore e ore di compilazione manuale; può sembrare una sciocchezza ma, chiedete a tutti quei proprietari di web radio, che non fanno questo per lavoro, quanto questa operazione porti via tempo e quindi altro denaro.
Bisogna urgentemente trovare una soluzione comune per evitare che, sotterrati dalla burocrazia e dai costi sempre maggiori, le piccole realtà radiofoniche, che siano essere web radio o locali, chiudano; avendo per risultato finale un settore morente. Ma se il settore muore, da chi andranno a riscuotere i diritti?